Katharine Wimett
https://katharinewimett.us/jennicam_live/
Jennifer Ringley e le camgirl degli anni '90 hanno rappresentato un fenomeno unico nel panorama nascente del World Wide Web. Come ho già spiegato, l'intento iniziale non era quello di mercificare il proprio corpo. Jennifer è stata una pioniera: ha scritto il codice dei primi siti web, abilitato lo streaming live e creato le prime comunità online, anticipando l'evoluzione delle piattaforme digitali. Solo in seguito, alcune donne hanno sfruttato il potenziale di queste piattaforme per mostrare nudità e sesso durante le trasmissioni. L’etichetta di “camgirl” si è così trasformata, assumendo un connotato commerciale e sessualizzato, spesso plasmato dallo sguardo maschile, in un intreccio complesso tra emancipazione e sfruttamento.
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Oggi, come evidenzia Katharine Wimett nella sua tesi, molte artiste si servono di piattaforme contemporanee come Instagram per trasmettere frammenti della loro vita. Attraverso questi canali, documentano la quotidianità e si confrontano con gli standard di bellezza imposti dalla società, accettandoli o rifiutandoli. In fondo, tutti noi, in qualche misura, mettiamo in scena la nostra identità o la nostra quotidianità.
SOPRA E DX Screenshoot dekstop 5 gennaio 2025 di
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Ma cosa rende femminista l’essere una camgirl? Secondo Wimett, queste donne usano le loro identità digitali come forma di critica sociale. Presentano le loro vite senza filtri, sovvertendo le immagini tradizionali di femminilità diffuse attraverso pubblicità, riviste e cinema. In questo modo, riescono a ridefinire il loro spazio online, trasformandolo in un luogo di autodeterminazione e resistenza.
SOPRA E DX Screenshoot dekstop 5 gennaio 2025 di
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L'opera Camgirl.com: Women Creating Space for Themselves Online di Katharine Wimett rappresenta in 3D la camera da letto di Jenni, una camgirl, trasportandoci visivamente nella cosiddetta "Ballerina Room". Questa stanza, all'apparenza una camera ordinaria di una ragazza qualsiasi, svela attraverso i dettagli la sua duplice funzione: uno spazio personale che diventa, al contempo, il luogo di lavoro. Jenni è ritratta in un loop infinito, in attesa costante che un cliente richieda una sessione privata. L'opera denuncia la mercificazione perpetua del corpo femminile, evidenziando il sottile confine tra intimità e sfruttamento.





